Il sensore giro motore rappresenta l’avamposto di controllo più importante di tutta la vettura: monitora e rileva costantemente la posizione dell’albero motore e la sua velocità fornendo queste informazioni alla centralina del motore. Il segnale elettrico inviato dal sensore permette di tenere sotto controllo le prestazioni della vostra auto e di inviare in tempo reale alla centralina di controllo del motore tutte le informazioni utili ad un corretto e sicuro funzionamento dell’autovettura. Cerchiamo di capirne di più.
Qual è lo scopo del sensore?
Come già detto l’obiettivo del sensore giri motore è quello di valutare la velocità e la posizione dell’albero motore e per questo motivo vengono installati sul volano. Spesso sono collocati su una delle corone dentate dello stesso. Sul mercato sono disponibili due modelli differenti: il sensore induttivo e il sensore Hall. Chiaramente prima di operare sullo stesso è necessario conoscere il tipo di sensore installato.
Il sensore comunica con la centralina del motore attraverso dei segnali elettrici, ma come vengono prodotti? La rotazione dell’albero motore e della corona dentata provocano delle variazioni del campo magnetico che quindi generano delle variazioni di tensione che vengono inviate alla centralina. In base ai dati ricevuti la centralina è in grado di calcolare la velocità e la posizione dell’albero motore e fornire a sua volta delle indicazioni le informazioni sull’avviamento del motore. Posizionato sul retro del motorino d’avviamento il sensore giri motori ha principalmente tre scopi, che possiamo così riassumere:
- monitorare e rilevare il regime di rotazione del motore, e quindi la velocità;
- identificare il punto morto superiore (PSM) del primo cilindro per mezzo di un dente mancante;
- individuare la posizione precisa dell’albero motore, calcolando l’angolo momento per momento, con un margine di errore necessariamente minimo.
Cos’è il punto morto superiore (PSM)?
Il termine punto morto indica un punto estremo del motore in cui il pistone si arresta e inverte il suo movimento: se ne deduce che ve ne devono essere necessariamente due. Il PSM nello specifico è il punto estremo superiore, quello più vicino alla testata del motore. Addetto alla valutazione del PSM è il sensore fase, che in coppia con il sensore giri motore, permette alla centralina elettronica di iniziare le operazioni di carburazione del motore stesso. Il sensore fase spesso si ritrova proprio sulla testata del motore ma può capitare che nel motore sia presente un unico sensore in grado di svolgere le funzioni di sensore fase e sensore giri motore. In quest’ultimo caso il funzionamento è garantito attraverso la mancanza di un dente: proprio questa assenza permette di determinare con esattezza la posizione dell’albero motore.
A quali problemi può andare incontro un sensore?
L’importanza del sensore giri motore è chiara, di conseguenza un non corretto funzionamento crea dei problemi piuttosto seri alla vettura. Può capitare che l’auto si arresti durante la marcia, causando lo spegnimento del motore, oppure dei problemi di avvio dell’autovettura anche a motore già caldo. Alcuni sintomi che potrebbero farci pensare ad un guasto al sensore sono delle mancate accensioni del motore, problemi di avvio e arresto improvviso. Purtroppo non è univoca la causa del guasto, questa può essere provocata da cortocircuiti interni al sensore, danneggiamenti della ruota dentata oppure un’interruzione del cavo. Per questo motivo prima di intervenire si consiglia di leggere la memoria guasti del veicolo, se qui non vi sono presenti informazioni utili allora si può pensare di controllare in primis l’eventuale stato danneggiato del sensore (dai collegamenti autoelettrici, ai cavi, fino a possibili danneggiamenti del connettore). Se neppure questa ricerca dà dei buoni risultati è probabile che vi siano danni meccanici alla ruota dentata del motore che impediscono una buona lettura del PSM e quindi generano dei problemi di iniezione al motore.
Come effettuare i controlli
È necessario determinare la natura del modello del sensore installato. Come detto ve ne sono di due tipologie, induttivi o Hall, e non sempre questi due modelli sono riconoscibili alla vista. Sarebbe consigliabile visionare le istruzioni sul libretto del costruttore o le indicazioni sempre fornite nel catalogo dei ricambi del vostro modello di veicolo. Una volta che è stato determinato il modello si può pensare di agire. Sconsigliamo l’uso di un ohmmetro per valutare lo stato di funzionamento del sensore. Il misuratore produce una tensione che potrebbe danneggiare il sensore stesso – specialmente se questo è un sensore Hall, è assolutamente dannoso utilizzare un ohmmetro. Se il sensore è dotato di un connettore a due poli, quasi sicuramente si tratta di un sensore induttivo: in questo caso è possibile valutare la resistenza interna e smascherare un cortocircuito che potrebbe essere la causa del problema.
Come valutare la resistenza interna?
Per evitare danni bisogna rimuovere il collegamento a spina per poter controllare la resistenza interna del sensore giri motore: se questa oscilla tra 200 e 1.000 Ohm, il sensore è in perfetto stato. Se i valori sono inferiori è probabile un corto circuito, 0 Ohm, mentre se si arriva intorno a M Ohm è quasi certa un’interruzione. A seconda del problema presente si può utilizzare un ohmetro, un oscilloscopio oppure un sensore Hall: ognuno di questi modelli di monitoraggio restituisce dei risultati da interpretare opportunamente. La resistenza ottenuta da un ohmmetro deve tendere all’infinito, il segnale ottenuto dall’oscilloscopio deve avere un’intensità sufficiente mentre il sensore Hall deve restituire un valore di tensione tale da risultare un’onda quadra. A causa della vitalità del corretto funzionamento del sensore vi consigliamo, in caso di alcuni dei sintomi sopra elencati, di recarvi immediatamente da un elettrauto.
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